L'Osservatorio Astronomico
di Padova e
Giuseppe Toaldo
L'Osservatorio Astronomico di Padova
fu
fondato per decreto della Repubblica di Venezia nel 1761. Quindi, nonostante che l'insegnamento della
Astronomia
a Padova avesse antiche tradizioni, risalenti a Pietro d'Abano nel XIV secolo, e che fossero trascorsi 150
anni da
quando Galileo Galilei aveva diretto verso il cielo il suo cannocchiale dal giardino di casa nei pressi della
Basilica di
Sant'Antonio, fu solo nella metà del XVIII secolo che la Repubblica deliberò la costruzione
dell'Osservatorio, con
l’esplicito scopo di una miglior educazione degli studenti, alla pari con il resto di Europa. Nel frattempo
infatti in tutta
Europa erano stati costruiti strumenti sempre più potenti e fondati vari Osservatori nazionali. La ben
necessaria
realizzazione della Specola patavina fu affidata all'Abate
Giuseppe Toaldo
(1719-1797), che teneva la cattedra universitaria di Astronomia e Meteore, e ne divenne il primo
direttore. Il sito
scelto dal Toaldo fu la torre del X secolo sulle cui rovine il tiranno Ezzelino da Romano aveva costruito
una orribile
prigione per i suoi nemici politici. La struttura dell'Osservatorio fu completata, sotto la guida tecnica
dell'Architetto
Cerato, nel 1779; essa consisteva di due stanze principali. Quella superiore, in cima alla torre, ha forma
ottagonale,
con alti finestroni in modo da poter osservare sin quasi allo Zenit, e con figure di vari astronomi del
passato anche
recente sulle pareti (da qui il nome di Sala delle Figure). La volta di tale sala sostiene tre torrette, due
ospitanti
telescopi e la terza a proteggere dalle intemperie la scala di accesso. Grande merito del Toaldo fu anche
quello di
porre le basi scientifiche della meteorologia, con l'installazione dei primi parafulmini.
La stanza inferiore è a un livello più basso, e contiene una meridiana tracciata sul
pavimento
per lo studio del passaggio del Sole, ed una apertura esattamente in meridiano per lo studio del transito
degli astri.
Su tale piano meridiano fu installato, sempre nel 1779, un grande quadrante murale costruito in
Inghilterra da
Ramsden, il primo strumento relativamente moderno che Toaldo potè acquistare con gli scarsi fondi a
disposizione.
La stessa stanza contiene anche un affresco di autore ignoto e di data incerta con le orbite dei pianeti
allora
conosciuti (fino a Saturno) e di alcune delle loro lune, e con la futura orbita della cometa di Halley.
Giovanni Santini (1787-1877), che fu il terzo direttore per un periodo lunghissimo,
aggiunse
molti strumenti moderni, tra cui un telescopio alt-azimutale, un circolo meridiano collocato in una cupola
ottogonale
nella terrazza sovrastante la Sala Meridiana, e un nuovo equatoriale piazzato nella terza torretta. Santini
portò
fama internazionale all'Osservatorio con il suo intenso studio delle orbite cometarie (tra cui quella di
Biela), con i
suoi trattati di Astronomia e di Ottica, e con i suoi Cataloghi Padovani di oltre 5000 posizioni stellari.
Il direttore successivo (Giuseppe Lorenzoni, 1843 - 1914) acquisto un fotometro
stellare con
il quale iniziò uno studio sistematico dello splendore degli astri, e uno spettrografo, essendo uno tra i
primi
astronomi a fare osservazioni di tale tipo. Ma la attività principale del Lorenzoni fu di tipo geodetico, con
esattissime
triangolazioni e misure gravimetriche, sicché la Specola divenne una delle primarie stazioni gravimetriche
italiane.
Nel 1923 per decreto ministeriale la personalità giuridica dell'Osservatorio
Astronomico fu
separata da quella dell’Università, benché la direzione continuasse ad essere affidata al Professore di
Astronomia.
In tal modo attività di ricerca e attività didattica continuarono a coesistere felicemente. I tempi
imponevano però un
deciso cambiamento di indirizzo; da un lato le ricerche moderne erano sempre più di tipo astrofisico,
dall'altro la
forte espansione urbana rendeva la Torre sempre meno adatta a compiere osservazioni. Finalmente nel
1938
l'allora direttore Giovanni Silva (1882 - 1957) convinse il Rettore dell'Università a finanziare la
costruzione di un
nuovo Osservatorio Astrofisico sull'altipiano di Asiago, mantenendo a Padova essenzialmente la sola
attività
didattica.
Questo fu l'inizio di Asiago, ma è a Leonida Rosino (1915-1997), direttore
dell'Osservatorio
Astronomico dal 1956 al 1985, che dobbiamo un enorme impulso allo sviluppo delle ricerche astrofisiche
nel
complesso Padova - Asiago. Al 122-cm egli aggiunse rivelatori moderni,
due
telescopi di tipo Schmidt e un più potente riflettore di 182-cm situato a Cima Ekar. A
lui
dobbiamo anche l'istituzione, nel 1968 e per primi in Italia, di un nuovo Corso di Laurea quadriennale in
Astronomia, un passo fondamentale che ha permesso una grande espansione del numero di professori,
ricercatori
e tecnici. Al Corso di Laurea si affianco’ ben presto il Dottorato di Ricerca, triennale. Si puo’ ben dire che
a Padova
si e’ realizzata la volonta’ dei saggi della Repubblica veneta di avere una educazione universitaria in
Astronomia di
livello europeo!
La vecchia Torre della Specola ha trovato così una nuova vita, ospitando un
sempre
crescente numero di uffici e attrezzature del Dipartimento di Astronomia e dell'Osservatorio Astronomico.
Gli
strumenti antichi, la sala delle Figure, la sala Meridiana sono visibili in tutta la loro bellezza lungo un
percorso
museale regolarmente frequentato da cittadini, da scuole, da turisti. Le esigenze sono tanto cresciute che
si è resa
necessaria una espansione negli edifici adiacenti del Castello di Ezzelino. Il restauro di tali edifici più che
raddoppierà lo spazio disponibile; i primi nuovi 1500 metri quadrati per aule, laboratori didattici e uffici si
renderanno disponibili già nel 2000. A loro volta, questa accresciuta disponibilità di spazi consentira’ di
aprire al
pubblico altre parti dello storico edificio. La necessità di operare su tanti edifici così lontani tra loro ha
imposto
l'adozione di sofisticati mezzi di comunicazione e scambio di informazione, mediante 5 reti locali tra
Padova e
Asiago, collegate a loro volta alla rete scientifica italiana e europea.
BREVE STORIA DELL'OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI PADOVA -
DALLA
FONDAZIONE ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE Il 21 maggio 1761 il Senato della Repubblica di Venezia emanava un decreto con il
quale
istituiva un osservatorio astronomico all’Università di Padova. La decisione, che faceva seguito alla
proposta dei
Riformatori dello Studio - i magistrati veneziani preposti al governo dell’università patavina
-,
maturava nell’ambito di una complessa riforma universitaria che vedeva il rinnovo delle cattedre di
insegnamento e
la costituzione di nuovi ‘stabilimenti’ scientifici, il cui ruolo, in senso moderno, era quello di consentire al
professore
di ‘sperimentare’ e di avviare alla pratica della sperimentazione gli ‘scolari’. Soltanto quattro anni dopo,
nel
settembre del 1765, si dava incarico al professore di 'astronomia, geografia e meteore', l’abate Giuseppe
Toaldo
(1719-1797), di visitare i principali osservatori italiani per ‘informarsi’ sulla struttura dell’edificio e sui
principali
strumenti necessari all’attività dell’astronomo. Al ritorno da questa indagine, Toaldo doveva presentare
un
preventivo di spesa e un progetto; per questo nel dicembre dello stesso anno fece venire da Vicenza
l’architetto
don Domenico Cerato (1715-1792), amico e compagno di studi nel Seminario vescovile di Padova, da lui
ritenuto, a
ragion veduta, uno dei più abili architetti del tempo. Toaldo propose di scegliere come luogo dove
edificare
l’osservatorio l’alta torre del Castel Vecchio, dotata di grosse e solide mura. La torre
possedeva i
migliori requisiti per essere trasformata in specola: infatti, oltre a consentire di risparmiare sulla spesa, si
trovava
alla periferia sud della città, e dalla sommità l’occhio poteva spaziare libero su tutto l’orizzonte
meridionale,
fornendo ai futuri astronomi un luogo ideale per le osservazioni astronomiche. È verso sud, infatti, sul
meridiano
celeste, che gli astri culminano, ossia raggiungono la più alta posizione sopra l’orizzonte nel loro
apparente moto
diurno, e quindi sono più facilmente osservabili. Fu così che l’antico castello medievale fu trasformato in
specola
astronomica (specula in latino significa osservatorio).I lavori di edificazione della specola
iniziarono nel
1767 e terminarono dieci anni dopo.
Nell'altra stanza, il busto dell'Abate Giuseppe Toaldo "Ricovrato", teologo e
astronomo di
chiara fama;
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